Poco più di un anno fa, a febbraio del 2013, da un esercizio assegnato al corso di Scrittura Creativa della RAI è nato questo racconto breve.
Ora lo lascio a voi, e aspetto i vostri commenti e le vostre impressioni.
Come sempre vi chiedo di essere "spietati", non ho nessun bisogno di pacche gratuite sulle spalle ma di giudizi onesti e costruttivi.
BUONA LETTURA.
Stamattina il mio ragazzo si è
svegliato col broncio. In verità è da quando siamo arrivati, ieri sera, che
tiene su quella faccia che ti dice ok, sono qua ma sai bene che volevo essere
da un’altra parte.
Il fatto è che questa vacanza
negli Stati Uniti l’ho voluta fare io. Ci conosciamo da dieci anni, stiamo
insieme da sette e negli ultimi due abbiamo rinunciato a qualsiasi svago (a
parte qualche fine settimana in agriturismo). Abbiamo risparmiato per fare il
botto, la vacanza speciale, quella indimenticabile che racconti per anni agli
amici, e poi ai figli e perché no, ai nipoti.
Io lavoro come segretaria in uno
studio medico (scrivo ricette, rispondo al telefono e mi faccio il vaccino ogni
anno per non beccarmi tutte le sacrosante influenze che portano i pazienti)
Fabio, il mio ragazzo, lavora come magazziniere in una grande catena di
supermercati e così, appunto, ci abbiamo messo due anni a mettere da parte il
gruzzolo per LA VACANZA.
Lui però voleva andare in
Francia. E’ uno di quelli patiti, i castelli della Loira, la Normandia, Parigi
e bla bla bla ma soprattutto il Louvre e la sua Gioconda. Io ci sono stata, in
gita alle superiori, e la Gioconda l’ho vista e poi, in realtà, se proprio devo
essere sincera, a me questa Lisa Gherardini mi sta anche un po’ sulle palle.
Si, lo sguardo intrigante, o
sereno, o ipnotico, o come volete voi e poi quel sorriso enigmatico ma io, a
stare imbambolata due ore davanti a quella tela appiccicata sul muro proprio
non ce l’ho fatta. Bella non è di sicuro, con quei capelli scialbi con la riga
nel mezzo e le mani sovrapposte come mia madre nel giorno della Prima
Comunione. Ma se quel quadro, invece di Leonardo, l’avesse dipinto Carlino da
Montalto, cosa sarebbe diventato?
Il tira e molla è stato lungo ma
alla fine, sapete come va a finire no, la spuntiamo sempre noi e così, ieri
sera siamo atterrati a New York. Comunque la faccia da scornato di Fabio sparirà
presto, la Grande Mela è bella, è il centro del mondo e poi abbiamo in
programma anche il Grand Canyon e Las Vegas e lì non potrà fare finta di non
divertirsi.
Già mezz’ora fa, quando abbiamo
preso l’ascensore per salire quassù, il suo umore era cambiato. Nella cabina
c’era un divertente signore giapponese che non la smetteva di fare inchini, e
scherzare, e cantare e ha contagiato tutti. Quando siamo scesi sulla terrazza
ridevamo tutti, qualcuno aveva anche le lacrime agli occhi.
Quassù l’aria è frizzantina, c’è
tanta luce e se guardo giù le auto, i bus, sono minuscoli puntini che si
muovono impazziti. Oggi, 11 settembre 2001, mio fratello compie vent’anni, e io
gli farò gli auguri chiamandolo dalla cima delle Torri Gemelle.
Il cielo è di un azzurro intenso,
profondo, e da quassù anche gli aerei sembrano più vicini.
Daniele Marchetti, febbraio 2013